
Maria Lai
Biografia
Nasce a Ulassai il 27 settembre 1919. Nel 1939 lascia la Sardegna per iscriversi al liceo Artistico di Roma con Marino Mazzacurati. Dal 1943 al 1945 frequenta il corso di scultura dell'Accademia di Belle Arti di Venezia con Arturo Martini e Alberto Viani. Nel 2004 le viene conferita la Laurea Honoris causa in Lettere dall'Università degli Studi di Cagliari, discutendo la tesi: Sguardo, Opera, Pensiero.
Negli anni Sessanta si verifica un importante mutamento nella ricerca artistica di Maria Lai, la sperimentazione si estende a nuove materie e nuovi linguaggi: telai, libri e tele cucite, pani e terrecotte, fino alla partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1978. Con gli anni Ottanta la ricerca sui segni e sui materiali assume una più accentuata connotazione ambientale: 1981, il suo straordinario intervento ambientale: Legarsi alla montagna, Ulassai (NU); 1983, La disfatta dei varani, Camerino(MC); L'alveare del poeta, Orotelli (NU). In questo periodo iniziano le collaborazioni con il teatro: 1983, Mare-Muro scenografia del concerto Strazza-Rizzo La Scaletta, Roma; 1985 Nello spazio di Euclide, Prato; 1986 Lettere al lupo, Prato, Alessandria, Trieste. Negli anni Novanta partecipa a numerose mostre nazionali e internazionali, mentre proseguono le sue operazioni sul territorio, come: 1988 Il Telaio nel lavatoio comunale, 1992 La strada del rito e Le capre cucite, Ulassai; 1993 Su barca di carta m'imbarco, Atelier sul mare, Messina; La scarpata, Ulassai; 1997 L'albero del miele amaro, Siliqua (CA); Il Tempo dell’arte, Su logu de s'iscultura, Tortolì (NU); 1999 Olio di parole 1, Museo dell'Olio Della Sabina, Castelnuovo di Farfa (RI); 2003 Quanti mari navigare, Località Sa Illetta, Cagliari; Il volo del gioco dell'oca; 2004 Libretti murati di terracotta; 2005 La casa delle inquietudini, Ulassai (Ogliastra).
Galleria fotografica
Mostre personali
2006 - Ulassai (OG), Inaugurazione Fondazione Stazione dell'arte Museo d'Arte Contemporanea Maria Lai
2002 - Nuoro, Man, "Come un gioco"
2002 - Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, "Venticinque anni di libri d'artista"
2000 - Cuneo, Convento dei Cappuccini, "Lo scialle della luna"
1999 - Sassari, Aula Sciuti – Palazzo Ducale, "Olio di parole2"
1994 - Cagliari, Cittadella dei Musei, "Inventare altri spazi"
1988 - Cagliari, Galleria Comunale, "Maria Lai a matita"
1975 - Cagliari, Arte Duchamp, "Tele e collages"
1971 - Roma, Galleria Schneider, "Telai"
1957 - Roma, Galleria L'Obelisco, "Disegni"
Mostre collettive
2005 - Roma, San Donato Milanese, "Per-Turbamenti", Quadriennale.
2003 - Trento-Bolzano, MART, "Il racconto del filo"
2000 - Roma, Calcografia Nazionale, "Tirannicidi"
2000 - Torino, Palazzo Reale, "Tirannicidi"
1996 - Roma, Biblioteca Casanatense, "Segno e segno"
1996 - Venezia, Biennale di Architettura, "Segno e segno"
1990 - Cagliari, Il Librismo 1896-1990,
1983 - Nuoro, "Venticinque anni di ricerca artistica in Sardegna"
1981 - Parigi, Centre Pompidou, "Livres d'artistes"
1980 - Cagliari, Arte Duchamp, "Filo, genesi, filogenesi"
Testo critico
"Legarsi alla montagna.
Tela celeste. Nastro celeste. La leggenda diventa realtà, vita vissuta. Come la bambina rifugiatasi nella grotta, la comunità di Ulassai si salva dal crollo della montagna ritrovando le proprie radici etniche e la propria memoria storica. Questa volta, il nastro celeste non viene da chi sa dove, ma è offerto da un'artista che è nata qui e a questo luogo è rimasta profondamente legata, anche se ora vive lontano. Ma poi è stato l'intero paese a ricostruire una rete di relazioni legando casa a casa, porta a porta, finestra a finestra e soprattutto persona a persona superando nell'evento estetico del Legarsi alla montagna rancori e inimicizie e diffidenze remotissime. Forse che il grande sogno ad occhi aperti dell'arte moderna di cambiare la vita si è realizzato, sia pure una volta soltanto, proprio qui, in questo luogo lontano dove i nomi prestigiosi dell'avanguardia artistica non sono altro che nomi? Credo di sì: qui, l'arte è riuscita là dove religione e politica non erano riuscite a fare altrettanto. Ma c'è voluta la capacità di ascolto di Maria Lai che ha saputo restituire la parola a un intero paese e rendersi partecipe della memoria e dei fantasmi della gente comune, aiutandola a liberarsi della parte distruttiva di sé e ad aprirsi con disponibilità nuova al colloquio e alla solidarietà."
Filiberto Menna, Roma, 1982